“Lo Spazio del Bagno” apre la rassegna dedicata alla progettazione dell’ambiente in cui coltiviamo la cura e l’igiene del nostro corpo. La narrazione segue le fasi dell’elaborazione compositiva, discretizza le scelte degli elementi e richiama i riferimenti e le suggestioni che influenzano la progettazione del bagno. Alla progettazione si lega il ruolo dell’architetto, colui che interpreta i modi di vivere e di abitare. L’obiettivo è quello di raccontare il percorso progettuale dell’ambiente bagno dalla sua preparazione alla completa esecuzione, un’esplorazione su un luogo d’elezione dell’abitare che impegna le competenze di architetti, tecnici ed esperti di ergonomia, designer e arredatori e, in alcuni casi emblematici, ha ispirato anche il mondo dell’arte contemporanea.
La definizione della distribuzione degli spazi è un’attività complessa perché tiene insieme lo svolgimento delle nostre attività o inattività domestiche, e risponde ad esigenze, spesso ripetitive, ma essenziali alla nostra esistenza; è un’operazione impegnativa a qualsiasi scala di progettazione e per tutti gli ambienti della casa. Il bagno, a cui fino a poco tempo fa era assegnato lo spazio residuo lasciato dalle altre destinazioni domestiche, è un concentrato di funzioni e tecnologie che altri ambienti dell’abitazione non hanno. È stato a lungo considerato solo un ambiente di servizio, il luogo delle funzioni igieniche e a lungo trattenuto nell’angusta concezione della toilette come stanzino dei servizi igienici, in cui l’aveva relegata il Funzionalismo dell’Existenzminimum[4] che, partito negli anni Venti, dalle buone intenzioni di dotare ogni appartamento dei necessari servizi, ha finito con avallare una diffusa avarizia di metri quadri e una povertà progettuale relativa al bagno.
Exisistenzminimum
Il concetto del soddisfacimento di tutte le necessità primarie legate all’abitazione ha sviluppato, agli inizi del Novecento, soprattutto in Germania, una nuova corrente che ha avuto esponenti illustri quali progettisti.
Il problema dell’alloggio minimo è quello del minimo elementare di spazio, aria, luce, calore necessari all’uomo per non subire, nell’alloggio, impedimenti al completo sviluppo delle sue funzioni vitali, e cioè un “minimum vivendi e non un modis non moriendi”. L’affermazione di Walter Gropius che concettualizza l’Existenzminimum, rivela uno dei temi chiave intorno a cui si costruisce il pensiero della modernità architettonica. Si tratta di un passaggio imprescindibile per buona parte delle biografie professionali che animano il cosiddetto Movimento moderno, spesso accomunate dall’urgenza di dare risposta alle necessità di soddisfazione dei bisogni primari poste dal mutato ordine sociale. In primis, il tema dell’abitare, che coagula istanze tecniche e politiche; queste ultime, da intendersi nell’accezione allargata all’organizzazione del lavoro ed al governo dei territori.
Alcuni progettisti svilupparono una branca dell’Existenzminimum legata ad una clientela che, potendo contare su risorse economiche maggiori, non voleva rinunciare ad ottimizzarle riducendo gli sprechi. È quindi l’inizio dell’analisi ergonomica, del risparmio energetico ed anche della stessa edilizia bioclimatica e del riuso dei materiali da costruzione degli edifici, legata all’ottimizzazione delle risorse impiegate durante la realizzazione, l’uso e manutenzione degli involucri stessi.
Eppure, il concetto di bagno contemporaneo, inteso come luogo dedicato alla cura e al benessere della propria persona, nacque nel 1898, in una Vienna in pieno fermento secessionista, quando Otto Wagner [5] realizzò il bagno per il suo appartamento all’ultimo piano della casa in Köstlergasse 3, proprio accanto alla Majolikahaus di Linke Wienzeile, con la rivoluzionaria e scandalosa vasca in cristallo, una delle opere più conosciute dell’architetto viennese.
Wagner disegnò la nuova toilette in aperto contrasto con i principi conservatori e repressivi della moralità vittoriana, all’epoca dominante. Il bagno di Wagner non è il cosiddetto “gabinetto di decenza”, il luogo della vergogna, angusto e nascosto, in cui sbrigare i propri bisogni nel più breve tempo possibile, ma è uno spazio ampio e dotato di ogni comfort, in cui è piacevole trattenersi anche più del necessario.
Oggi la stanza da bagno ha acquisito innumerevoli significati aggiuntivi che hanno ampliato i suoi contenuti, cosicché anche i suoi significanti hanno seguito l’evoluzione spaziale e funzionale; infatti, ha del tutto, e finalmente, abbandonato il suo carattere momentaneo e si è affermata come luogo di ricerca progettuale e di applicazione della fantasia creativa dell’architetto.
Reminiscenze che influenzano il progetto del bagno
I ricordi delle immersioni e dei giochi dell’infanzia ritornano nitidamente durante le abluzioni adulte, forse perché facilitati dalla solitudine, dal rilassamento e ispirati dall’acqua e dal corpo nudo. Nel bagno si attivano memorie diverse, si ritorna bambini, nasce un senso di abbandono e si alleggeriscono le tensioni, è “il luogo della liberazione in tutti i sensi” (Guido Ceronetti) [6]; si dà spazio al piacere di essere accolto dal ricordo del grembo materno e, allo stesso tempo, alla necessità della pulizia e del decoro della propria persona.
Abluzione
Lavanda, lavatura del corpo o di altra cosa, in particolare come atto liturgico. Ha lo scopo sia di mettere una persona in stato di purità rituale, eliminando ciò che è impuro e sporco così da rendere possibile il contatto con il sacro, sia di eliminare gli effetti di tale contatto, per consentire di riprendere la vita normale. È frequente nei momenti solenni della vita, contrassegnati per lo più da riti detti nella letteratura storico-religiosa ‘di passaggio’ (iniziazioni; purificazione delle donne dopo il mestruo o il parto ecc.), e in quasi tutte le religioni prima (e spesso dopo) l’ingresso nel tempio, la preghiera, il contatto o la lettura di libri sacri ecc. È fatta, mediante immersione o infusione, con acqua, oppure eccezionalmente, specie in luoghi aridi o desertici, con sabbia. Nell’ebraismo era praticato il bagno di purificazione dei proseliti e come tale è interpretato da molti il battesimo di Giovanni. Nel cristianesimo antico vi era il bagno dei catecumeni nella settimana santa, prima del battesimo, mentre nel Medioevo rimase l’uso di lavarsi il capo la domenica delle Palme e dell’abluzione delle mani prima di entrare in chiesa nell’apposito bacino (cantharus); nella liturgia attuale restano l’aspersione dei fedeli con l’acqua santa e la lavanda delle mani da parte del sacerdote prima d’iniziare un’azione liturgica e quando tocca l’Eucaristia. Nell’islam i riti di abluzione di viso, braccia e piedi prima della preghiera sono prescritti dal Corano.
In tale contesto si fanno strada molti scenari che hanno diversi livelli di significato e che rimandano, con chiarezza, all’ambito della memoria e alla dimensione onirica. “Bisogna essere sprovvisti di frenesia per entrare ai bagni senza persuadersi subito che si entra in pieno enigma” (Louis Aragon)[7].
In bagno si apre il dialogo tra la voglia di regredire con la necessità di rappresentare la propria età adulta, si manifestano i codici della simbologia materna, centrati sull’appagamento del bisogno e sulla gratificazione delle nostre parti infantili; i simboli fanciulleschi, basati sull’attività ludica; i codici della fisicità erotica, centrati sulla contemplazione e sull’esibizione del proprio corpo; i simboli paterni, fondati sulla prestazione e lo stimolo alla crescita e i riferimenti religiosi, le lavande del corpo, o parte di esso, eseguite come atti liturgici e purificatori[8].
Durante la sua carriera Le Corbusier era interessato a portare un senso di sacralità nell’atto di abitare e nel dare significato ad azioni come mangiare e lavarsi secondo il loro posizionamento. Nella Villa Savoye, ad esempio, l’atto di pulizia è dato da un lavandino posto all’ingresso e la celebrazione delle proprietà salutari dal solarium sul tetto.
Simboli e significati si avvicendano nel corso dell’elaborazione progettuale perché ad essa è strettamente legato il concetto dell’abitare e della relazione dello spazio con l’uomo che ne prende dimora.
Da quanto detto è evidente che ci sono motivi più che sufficienti per stimolare chi si occupa di progettazione e di design del bagno.
La preparazione del progetto
La progettazione è un esercizio che mette insieme più elementi, la realizzazione di spazi, la loro confortevolezza, largamente intesa, e il riscontro identitario di chi li utilizza.
L’organizzazione architettonica degli ambienti destinati all’abitazione deriva dal rapporto del vuoto circoscritto dalle pareti con l’uso dello spazio; infatti, il carattere preminente dell’architettura è quello di essere, a differenza delle altre attività artistiche, una grande opera, “una scultura scavata nel cui interno l’uomo penetra e cammina” (Bruno Zevi) [9]. Un manufatto tridimensionale che include la quarta dimensione rappresentata dal movimento e dal tempo e dallo spazio necessari per esercitarlo.
L’abitabilità, intesa come comprensiva di caratteri pratici legati alla fruizione e di requisiti psicologici e spirituali, non è solo il risultato di un ambiente salubre e realizzato a regola d’arte, ma un concetto più ampio che include l’uso dell’abitazione, le sue relazioni materiali e immateriali, la vicendevole riconoscibilità della superficie delimitata dai divisori e l’identità di chi ne dispone: se è vero che noi abitiamo solo se progettiamo, è anche vero che affidiamo alle nostre case una larga parte del nostro senso di appartenenza e, di rimando, esse ci restituiscono segnali riconoscibili e identitari.
Nel suo habitat, l’uomo deve poter vivere a suo agio, ossia muoversi, esercitare più lavori, eseguire alcuni gesti, sedersi e dormire in modo comodo e senza sforzi inutili. La scala umana, pertanto, costituisce una prima base di lavoro per il progettista. Egli deve conoscere le misure dell’uomo medio, quelle dello spazio che viene occupato in diverse posizioni, le dimensioni dei passaggi necessari alla circolazione e il volume ideale affinché ognuno possa compiere comodamente le proprie funzioni e muoversi liberamente per ogni stanza, evitando gesti e movimenti indotti e limitanti. Tuttavia, l’uomo non è solo un corpo che ha bisogno di uno spazio razionale, è anche una persona sensibile all’estetica. Dal modo in cui lo spazio è misurato, suddiviso, dipinto, illuminato, reso accessibile e orientato dipende il benessere e la soddisfazione che se ne può ricavare. È quindi compito dell’architetto saper vedere le potenzialità di uno spazio, le sue possibili trasformazioni ed essere in grado di manifestarle attraverso un lavoro di previsione e di conseguente bilanciamento funzionale ed estetico.
L’Elaborazione del progetto
Il tema è il progetto dello spazio del bagno e, quindi, il punto di partenza è la costruzione del vuoto architettonico, la definizione dell’ambiente che rappresenta la scena dove la nostra vita si svolge.
Se invece si parla di trasformazione, il primo passo è affidato al rilievo esatto, non solo delle pareti, delle finestre o delle porte, ma anche e soprattutto degli scarichi. Infatti, le prime difficoltà da affrontare nella progettazione o nel miglioramento del bagno sono di due ordini: problemi provenienti dall’alimentazione e dallo scarico delle acque e problemi provenienti dall’impermeabilità.
L’adduzione di acqua in un bagno è relativamente semplice, ma l’uso di un bagno richiede molta acqua: le canalizzazioni devono avere un adeguato diametro, variabile con il numero dei dispositivi da servire. Un impianto sanitario deve essere funzionale, salubre, comodo, robusto, silenzioso ed esteticamente gradevole. È opportuno fare una scelta oculata del tracciato dei tubi; infatti, la qualità della distribuzione dell’acqua dipende dalla selezione delle tubature e soprattutto dal loro calibro, avendo tenuto in conto gli impianti da servire. La scelta giusta dell’ampiezza delle tubature consente, inoltre, di limitare al massimo i rumori del funzionamento ed è buona regola garantire la facile accessibilità delle tubature per il controllo di eventuali perdite. A questo proposito sono apparsi sul mercato dispositivi tecnologici che sembrano arrivare dal futuro e che hanno una particolare attenzione verso la sostenibilità e il risparmio idrico. Infatti, tra le novità presentate all’ISH di Francoforte (la fiera internazionale delle tecnologie per bagno, energia rinnovabile, climatizzazione) troviamo il Grohe Sense Guard, un sensore grande poco meno di un palmo, da installare sulla tubatura principale della casa, che ne monitora il grado di umidità e temperatura lanciando un allarme direttamente sullo smartphone in caso di perdite. Una volta inviato l’SOS, se il guasto è importante, l’oggetto intelligente dà la possibilità, da device, di interrompere immediatamente l’erogazione dell’acqua.
Nei bagni è presente un elevato tasso di umidità soprattutto nelle zone delle docce e delle vasche sotto forma di spruzzi d’acqua e di vapore che condensa su muri e pareti. I pavimenti e i rivestimenti moderni, di qualsiasi materiale, hanno tutti un alto livello di impermeabilità, ma l’umidità può penetrare nel sottofondo attraverso le fughe, qualora queste non siano state prima trattate con sigillanti. I danni provocati dall’umidità ai materiali da costruzione si possono evitare progettando una corretta impermeabilizzazione. Infatti, in commercio si trovano prodotti che consentono di realizzare attraverso guaine un’impermeabilizzazione di una superficie in modo veloce e sicuro.
Il mercato propone non solo rivestimenti in ceramica, ma anche superfici scabre, spatolate, uniformi o irregolari. E per ultime, in ordine di tempo, sono disponibili delle carte da parati di nuova generazione che non solo rivestono le pareti del bagno, ma risolvono anche il problema dell’impermeabilizzazione. Ad esempio, nelle zone più esposte ai getti d’acqua, diventano delle vere e proprie guaine tecniche e, se necessario, possono essere posate sopra le piastrelle esistenti. La normativa che stabilisce se il bagno è a norma fa anche riferimento ai rivestimenti: tutte le superfici devono essere lisce, e soprattutto impermeabili, per garantire massima pulizia e igiene.
Un altro vincolo che si riscontra, nelle prime fasi della progettazione di un bagno, è quello relativo alla posizione degli impianti, in particolare quello dello scarico principale del wc, per il quale occorre rilevare l’esatta posizione per evitare problematiche di pendenza e incrociare passaggi di condutture in prossimità. Siccome uno dei primi aspetti da considerare è il collegamento tra la rete di scarico e la colonna principale, occorre sin dall’inizio stabilire i punti fermi del progetto compatibilmente con tali aspetti, in modo da non trovarsi durante i lavori nell’impossibilità di realizzare quanto desiderato.
Oltre all’impianto idraulico va progettato un adeguato impianto elettrico e illuminotecnico. Una giusta illuminazione, concentrata in misura maggiore nella zona lavabo, contribuisce a rendere il bagno un vano piacevole, in grado di assecondare le esigenze degli utenti ed evita la formazione di sgradevoli zone di ombra. Rimandi visivi tra lampade e superfici riflettenti o lucide, così come la creazione di efficaci connessioni tra specchi e luce naturale, in ingresso da finestre o portefinestre, migliorano la visibilità e fruibilità interna. Nel bagno una buona illuminazione artificiale deve essere progettata per livelli diversi e per differenti emissioni luminose. Va infatti prevista un’illuminazione generale diffusa, utile per un’illuminazione di insieme per l’intero spazio; un’illuminazione funzionale per le zone lavabo, doccia, trucco e un’illuminazione d’accento per marcare o enfatizzare elementi decorativi ed architettonici.
A prescindere dalla tipologia del riscaldamento, è opportuno studiare l’impiantistica in modo da avere una distribuzione uniforme del calore in tutto il locale. L’ambiente bagno, rispetto al resto della casa, richiede maggiore riscaldamento in quanto è lo spazio in cui ci si libera degli indumenti per lavarsi, per godersi un bel bagno o doccia e per prendersi cura di sé. Il miglior sistema per ottenere un riscaldamento uniforme, costante e persistente è il pavimento radiante, in aggiunta è opportuno prevedere uno scalda salviette su cui appendere accappatoio o asciugamani, così da averli tiepidi all’uscita dalla vasca o dalla doccia.
Il progetto del bagno e la normativa di riferimento
Prima di proporre qualsiasi soluzione progettuale è necessario identificare e stabilire le richieste da soddisfare e consentire al professionista coinvolto nella progettazione del bagno di ridurre i tempi di lavoro e di elaborare un intervento in linea con le reali esigenze. È importante chiedersi, ad esempio, se si desidera una vasca o una cabina doccia; potrebbero esserci degli spazi esigui e, quindi, se si ritiene il bidet una presenza imprescindibile; se il doppio lavabo viene considerato un’opzione interessante; se, avendo superficie a disposizione, può essere possibile prevedere una piccola spa domestica.
Il compito dell’architetto, o del progettista in genere, è quello di saper leggere lo spazio da trasformare, includendo nell’esercizio interpretativo il dialogo col committente, colui che disporrà dell’abitazione o, nel caso specifico, della stanza da bagno. “Un buon progetto non nasce dall’ambizione di lasciare un segno, il segno del designer, ma dalla volontà di instaurare uno scambio anche piccolo con l’ignoto personaggio che userà l’oggetto o lo spazio da noi progettato” (Achille Castiglioni)[10].
L’ambiente bagno ha, come abbiamo visto, soprattutto una funzione rilassante e al rilassamento partecipa anche l’agevole fluidità dei movimenti e, quindi, l’attenzione verso gli spazi lasciati liberi per gli spostamenti, la posizione degli impianti sanitari, degli arredi e le distanze tra i vari elementi.
Il Decreto ministeriale n°190 del 5 luglio 1975 fornisce le disposizioni generali sulle dimensioni e sugli impianti minimi della stanza da bagno per garantire il rispetto delle normative tecnico -estetiche, igienico – sanitarie, di sicurezza e vivibilità del bagno. La normativa locale è invece affidata al Regolamento Edilizio Comunale che recepisce la normativa nazionale e disciplina le modalità di realizzazione del bagno. È un importante strumento che viene redatto ed emanato da ogni singolo ente di goverwno locale, in forza della propria autonomia normativa e sulla base della legislazione nazionale. Un bagno a norma e perfettamente in regola con le disposizioni previste non solo è un obbligo di legge, ma è l’unica certezza per avere spazi abitativi sicuri e confortevoli.
Tuttavia, le disposizioni locali possono variare da comune a comune ma, in linea generale, si può affermare che è necessaria per il primo o unico bagno di un’abitazione una superficie minima di 3,5 mq e, se la casa è più ampia di 70 mq, il bagno deve avere il lato corto di minimo 170 cm. Se è previsto un secondo bagno, questo deve avere superficie minima di 2 mq e, in abitazioni con metrature superiori a 70 mq, deve avere il lato corto di almeno 120 cm. Altrove, invece, le metrature richieste per il bagno possono essere superiori ma anche – e addirittura – inferiori. Ci sono poi località in cui non è previsto l’obbligo di una superficie minima per il bagno, ma questo può essere dimensionato a piacere e ci sono anche territori urbani dove è importante solo la presenza dei sanitari indispensabili. L’altezza minima interna dei bagni può essere ridotta a 240 cm, rispetto ai 270 cm minimi previsti per il resto dell’abitazione.
Nel corso della progettazione del bagno prende l’avvio il confronto tra il rispetto delle dimensioni minime e il bisogno di assicurare al bagno tutte le sue consolidate caratteristiche legate al comfort e al benessere della persona. Nonostante le superfici delle case siano sempre più piccole e, quindi, anche quelle dei bagni, è utile sapere come organizzare lo spazio perché spesso le difficoltà non sono dovute alla superficie a disposizione quanto piuttosto alla pianta della stanza. La progettazione del bagno è notevolmente influenzata dalla sua forma che spesso obbliga a rinunciare o semplificare funzioni desiderate, in questi casi è consigliabile puntare su soluzioni su misura. Ad esempio, non è facile immaginare un bagno piccolo con vasca, ma se l’idea di una calda immersione è irrinunciabile, esistono comunque modelli ad incasso e vasche in muratura realizzate in opera che riescono a sfruttare al meglio lo spazio quando vengono, preferibilmente, installate sul lato corto. Delle vasche da incasso esistono svariate misure, ma ci sono anche artigiani che possono realizzarne in vetroresina con dimensioni personalizzate. Un altro vantaggio che offrono le vasche da bagno in muratura è la possibilità di avere superfici rivestite in continuità con i rivestimenti di pareti e pavimenti.
La doccia deve essere installata tenendo conto del contesto e selezionando con cura gli elementi che andranno a comporre il “sistema di lavaggio”. Le possibilità introdotte dalle nuove docce sono infinite e le novità sono all’ordine del giorno. Da semplice strumento per l’igiene personale ad elemento d’arredo che va studiato in ogni minimo particolare: posizione, materiali, forma, dimensione e stile. Al di là delle dimensioni che andranno adattate alla superficie a disposizione, le docce moderne sono un concentrato di tecnologie e sofisticazioni che spesso hanno un’attenzione verso la sostenibilità attraverso dispositivi Eco Smart che riducono il consumo idrico fino a 6 l/min.
La posizione della doccia all’interno del bagno deve tener conto, all’uscita, di agevoli spazi di manovra che, come per la vasca, non devono essere inferiori a 60 cm.
Quando le dimensioni lo consentono la doccia può trasformarsi in una piccola spa domestica; infatti, il private wellness oggi è senza dubbio la tendenza benessere di riferimento per il settore privato. In casa la spa assume una dimensione più intima, ma conserva tutte le sue funzioni: bagno di vapore, doccia e doccia emozionale. La spa domestica ha bisogno solo di tre metri quadrati di spazio per garantire design, innovazione e tecnologia al servizio dell’utente.
Il lavabo deve essere ad almeno 80 cm da terra; davanti al lavabo devono esserci minimo 60 cm di spazio; la profondità minima di un lavabo è 45 cm (comprensiva di piano d’appoggio o da incasso); per un lavabo doppio bisogna prevedere almeno 120 cm liberi di parete.
Tralasciando, solo per semplificazione, la forma dell’ambiente bagno è consigliabile posizionare il lavabo di fronte alla porta perché è l’impianto che viene utilizzato più frequentemente rispetto agli altri e quindi deve essere immediatamente visibile e raggiungibile. Nonostante le aziende e la consuetudine diano delle indicazioni relative alle altezze per l’istallazione del lavabo e degli altri elementi, ciò che conta davvero è la fisicità di chi li utilizzerà e, quindi, le esigenze individuali, pertanto Il lavabo andrà montato in relazione all’altezza dell’utilizzatore finale.
Le tipologie di lavabo da utilizzare sono innumerevoli, freestanding, incasso, semi incasso, d’appoggio, la scelta è ovviamente in relazione allo stile e alla configurazione del bagno. I rubinetti sono i nuovi protagonisti del design, siglano l’eleganza dei sanitari e sempre più spesso montano dispositivi per il risparmio idrico.
Se la valutazione degli spazi è una questione di centimetri, è bene sapere che, nell’ipotesi in cui i sanitari siano installati in linea, occorre prevedere una distanza minima di 20 cm dal bidet, 20 centimetri dal vaso e 20 cm dal lavabo. Servono invece almeno 60 centimetri liberi frontalmente tra il bordo della vasca, o della doccia, e la parete o altri sanitari, per avere un passaggio agevole e a norma.
Durante le fasi di realizzazione o trasformazione, laddove è possibile, è opportuno destinare uno spazio idoneo all’ambiente bagno, in questo modo sarà più facile il successivo lavoro di organizzazione degli spazi. Riguardo alle altezze minime e in presenza di soffitti alti, risulta molto funzionale l’utilizzo dell’altezza residua attraverso la realizzazione di piccoli soppalchi destinati a depositi o ripostigli “in quota”, raggiungibili con scale rimovibili.
In generale almeno un bagno dell’abitazione deve avere una finestra apribile, della misura non inferiore a 0,50 mq, per il ricambio dell’aria. In caso di abitazioni fino a 70 mq, purché con una sola camera da letto e di case con almeno un altro bagno dotato di finestra, è consentita invece l’aerazione attivata.
La presenza della finestra nel bagno non rappresenta un ostacolo perché ad essa è preferibile addossare la doccia il cui risultato può essere una trovata strategica per gestire al meglio lo spazio e creare un gradevole effetto visivo.
Molti Regolamenti Edilizi impongono che il bagno, o comunque l’ambiente contenente il vaso igienico, sia disimpegnato dalla cucina, o dalla zona giorno, mediante un apposito vano delimitato da serramenti, che può essere l’antibagno, il corridoio o un atrio. L’antibagno può risultare un piccolo spazio molto utile all’interno di un appartamento in cui si può installare il lavabo, aggiungere una lavanderia e una piccola zona in cui riporre vari attrezzi domestici.
La progettazione è un’attività in continuo confronto con le normative che garantiscono l’efficienza delle prestazioni dei manufatti, il lavoro dell’architetto è in posizione baricentrica tra l’osservazione delle leggi e l’interpretazione dello spazio.
Nella progettazione del bagno ciascun elemento è in dialogo con gli altri, questo vuol dire che per creare un insieme armonico occorre considerare contemporaneamente i vari aspetti, in un raffronto costante fra tutti gli elementi.
Nel bagno, infatti, si incrociano i nuovi principi dell’architettura di interni e i più interessanti filoni della ricerca progettuale. Dai materiali inediti a quelli storici ripensati, dalla tecnologia per produrre a quella per controllare i dispositivi, dal design più rigoroso fino a nuove modalità della decorazione. Con un’attenzione specifica alla sostenibilità, al benessere e alla qualità.
Il racconto del progetto di un bagno
L’architetto Milena Carnelli ci propone uno specifico punto di vista relativo a una stanza da bagno progettata dal suo studio:
“La richiesta dei clienti era quella di avere un bagno ampio e di immagine, con spazi adeguati per spogliarsi e per poter utilizzare il lavabo, eventualmente contemporaneamente alla doccia, in quanto unico bagno per due persone.
L’appartamento si colloca in una residenza di prestigio in un palazzo d’epoca dove la coppia ha abitudine di ricevere e quindi anche gli ospiti utilizzano lo stesso spazio bagno.
I precedenti proprietari avevano fatto posare della moquette a pavimento che, una volta rimossa, ha messo in luce il pavimento originale in seminato veneziano irrimediabilmente rovinato.
Si è scelto di riproporre il seminato per i pavimenti della stanza da bagno e della zona notte in quanto non solo coerente con l’epoca del palazzo e quindi con l’atmosfera, ma la caratteristica intrinseca di pavimento continuo, privo di fughe, avrebbe avvolto gli ambienti, come un tappeto che addolcisce le linee, rendendoli visivamente più ampi.
Per le pareti ho scelto una piastrella di grande formato, bianca lucida, “tagliata” con specchi che creano giochi di profondità e movimento.
Ho dedicato alla zona della doccia, dotata di doccette idromassaggio, soffione a plafone effetto pioggia e cascata, un grande spazio aperto, creando la stanza nella stanza.
Lineare ed elegante, ma funzionale, unico pezzo di arredo un mobile in wengé sospeso su cui appoggia solo il lavabo mentre la rubinetteria a parete si “confonde” nello specchio.
Naturalmente, come da mia abitudine, l’ambiente è anche dotato di apparecchi ad incasso per la filodiffusione”.
È possibile approfondire l’argomento alla seguente pagina leggendo l’intervista all’arch. Milena Carnelli.
Arch. Aldo De Vivo
Articolo scritto per la rivista “Il Bagno Oggi e Domani”
Note
[1] David Hockney, Man Taking a Shower in Beverly Hills, 1964
[2] Pierre Chareau, Salle de bain, 1920
[3] Juan Navarro Baldeweg, El Baño Negro, 1986
[4] Existenzminimum – box di approfondimento
[5] Otto Wagner – Architetto e urbanista austriaco (Penzig, Vienna, 1841 – Vienna 1918). Tra i maggiori maestri dell’architettura moderna.
[6] Guido Ceronetti – Scrittore, drammaturgo e marionettista italiano (Torino 1927 – Cetona 2018)
[7] Louis Aragon – Pseudonimo dello scrittore Louis Andieux (Parigi 1897 – ivi 1982). Fu uno dei fondatori, nel 1924, della scuola surrealista.
[8] Abluzione – box di approfondimento
[9] Bruno Zevi – (Roma 1918 – ivi 2000) è stato un architetto, urbanista, politico e accademico italiano, noto soprattutto come storico e critico d’architettura.
[10] Achille Castiglioni – (Milano 1918 – ivi 2002) è stato un architetto, designer e accademico italiano