I bagni pubblici progettati da Shigeru Ban e installati a Shibuya, Tokyo, aprono la rassegna dedicata ai WC cittadini e a quelli a servizio di edifici frequentati dal pubblico. Attraverso alcuni esempi ad alto contenuto progettuale e comunicativo intendiamo fare luce su ambienti a lungo considerati non luoghi privi di identità, sconnessi dall’area urbana di edificazione a cui è stato spesso associato un senso di abbandono, trascuratezza e scarso interesse progettuale. La narrazione ribalta il senso di emarginazione a lungo associato ai bagni pubblici proponendo nuove riflessioni su strutture il cui compito va oltre il significato strettamente inteso e offre occasioni di sperimentazioni progettuali e di riqualificazione di intere aree urbane.
Il primo bagno pubblico “individuale”, così come lo concepiamo oggi, è apparso solo nel 1851 in occasione dell’Esposizione Universale di Londra, quando George Jennings installò la “Flushing Toilet”
chiedendo un penny per ogni singolo utilizzo e introducendo, per la prima volta, il concetto di privacy legato al pubblico servizio. L’installazione fu un grande passo avanti, ma restò un fenomeno da esposizione non contestualizzato. Per la diffusione capillare di queste strutture bisognerà aspettare il 1981, quando Jean Claude Decaux introdusse a Parigi una struttura rivoluzionaria per l’ecosistema urbano: la Sanisette
un sanitario unisex, automatizzato, posizionato in luoghi ad alta frequentazione, regolarmente e minuziosamente igienizzato e a disposizione dei cittadini.
I bagni pubblici hanno raccontato, attraverso gli interventi progettuali, gli arredi e le strumentazioni i comportamenti e le abitudini di varie epoche. Tuttavia, nonostante il bagno pubblico, largamente inteso, fosse molto diffuso presso tutte le popolazioni antiche, è stato a lungo oggetto di disinteresse da parte delle istituzioni relegando l’utilizzo e la specifica destinazione d’uso a strutture culturali, commerciali o di intrattenimento. Una delle ragioni per cui preferiamo utilizzare i bagni pubblici all’interno di strutture private è perché siamo abituati a mettere in relazione i nostri servizi pubblici all’idea di sporcizia, abbandono e sconvenienza, è inoltre diffusa in alcuni l’attitudine ad averne poca cura, a maltrattarli solo perché non sono di esclusiva proprietà. Tendiamo a pensare, inoltre, che i bagni pubblici siano segnalati male e difficili da trovare. Tuttavia la responsabilità è anche delle amministrazioni locali il cui impegno verso una realizzazione ben progettata e ben organizzata è quasi nullo. Eppure il bagno pubblico per il cittadino è una risorsa importante e diventa servizio indispensabile per il viaggiatore, costretto il più delle volte ad utilizzare le toilette di bar e locali perché i bagni pubblici sono introvabili o inutilizzabili. Promuovere la realizzazione di strutture dedicate alle esigenze di tutti rappresenta in primo luogo un modo per attrezzare le nostre città di servizi primari, ma è anche un gesto inclusivo e un’occasione per recuperare in chiave moderna la memoria relativa al significato di questi luoghi. Prevedere in maniera diffusa e per chiunque l’utilizzo di bagni pubblici ad alta tecnologia gestiti in maniera impeccabile rappresenta un gesto rivoluzionario che manifesta cura e attenzione per qualsiasi cittadino e per la città che lo ospita. La rivoluzione si esprime anche cambiando punto di vista, non considerando più quei luoghi come delle semplici toilette, ma occasioni per modificare gli innumerevoli pregiudizi accumulati nel corso del tempo da un luogo ritenuto anonimo. Tuttavia, in aggiunta a quanto detto, esiste anche una confusione linguistica che ruota intorno ai bagni pubblici, infatti se la nostra visione del mondo è profondamente condizionata dalla lingua e dai vocaboli che usiamo per esprimerci, la disattenzione verso la presenza di bagni pubblici è (anche) in relazione a un’insufficienza lessicale. La nostra lingua, a meno di Vespasiano, vocabolo riduttivo, obsoleto e in disuso, non individua un unico termine per definire i luoghi pubblici dove compiere e assolvere le nostre funzioni corporali. Con la locuzione bagno pubblico si individuano indistintamente i luoghi o gli stabilimenti dove si fanno i bagni, gli edifici comprendenti un certo numero di camerini da bagno e altri locali accessori, le stazioni balneari e gli stabilimenti di acqua o fanghi termali provocando un appiattimento concettuale e, probabilmente, una riduzione delle elaborazioni delle visioni e assenza di prospettiva.
Il bagno pubblico è anch’esso un luogo dell’espressione della creatività progettuale e uno dei criteri per misurare il livello di civiltà e capacità di accoglienza di un paese moderno. Infatti, recentemente, il bagno pubblico è oggetto di attenzione da parte di progettisti e di artisti. Alcune amministrazioni hanno compreso che questi luoghi ad alta frequentazione possono rappresentare per gli architetti e per i progettisti in genere, delle occasioni in cui sperimentare, in altre forme, la creatività progettuale, non solo da un punto di vista tecnico – ingegneristico, ma anche per dare vita a nuove interpretazioni delle abitudini, delle attività umane, nuove modalità di fruizione della città e degli spazi pubblici. Inoltre, il mondo dell’arte ne ha riconosciuto la funzione sociale, simbolica ed estetica e, alla Biennale di Venezia 2007, l’artista norvegese Lars ø Ramberg ha promosso questo impianto di arredo urbano ad opera d’arte, posizionando tre esemplari originali di Sanisettes Decaux del 1981 appena fuori il padiglione dei Paesi Nordici ai Giardini dell’Arsenale. Per l’opera “Libertè”
le ha ridipinte con i colori della propria bandiera (che, non a caso, sono gli stessi di quella francese) ognuna sormontata dallo slogan democratico più conosciuto al mondo “Libertè, Egalitè, Fraternitè” e collegata ad un emittente radio che trasmetteva discorsi storici del Generale Charles De Gaulle, Re Haakon VII di Norvegia e Franklin D. Roosevelt. L’opera ha riscosso un’attenzione tale da essere stata installata permanentemente ad Oslo di fronte al Museo Nazionale.
Bagni Pubblici Giapponesi
I bagni pubblici contribuiscono a celebrare l’innegabile cultura dell’ospitalità giapponese, infatti in Giappone le toilette pubbliche sono presenti un po’ ovunque e non solo nelle grandi città. Tokyo ha 53 bagni pubblici per 100.000 residenti, non calcolando tutti i bagni pubblici presenti nelle stazioni non è un azzardo dire che l’accesso ai bagni pubblici sia uno dei pilastri della reputazione giapponese ed anche un parametro per definire una società ricca e civile.
A Tokyo l’accesso ai bagni è gratis, ma è sempre garantita la massima pulizia e la costante manutenzione. Di solito i bagni pubblici sono ipertecnologici e dotati di servizi aggiuntivi per consentire a tutti una facile permanenza. Ed è per questa ragione che in occasione delle ultime Olimpiadi è stato dato l’avvio al Tokyo Toilet Project, un’iniziativa della Nippon Foundation in collaborazione con lo Shibuya City Governament e la Shibuya Tourism Association. Il progetto ha previsto la realizzazione di speciali bagni pubblici in 17 località di Shibuya, uno dei 23 quartieri speciali di Tokyo, in grado di fornire una confortevole esperienza di utilizzo che consenta l’accesso a tutti e a lanciare un forte segnale verso la realizzazione di una società che include le diversità.
Fondato con l’obiettivo di contribuire alla società inclusiva e diversificata, il progetto ha ingaggiato 16 archi star, inclusi Shigeru Ban, Tadao Ando e Toyoo Itō, tutti vincitori del prestigioso Premio Pritzker. La scelta di Shibuya come luogo in cui esibire la creatività degli architetti riflette il ruolo dell’area nota per essere un centro culturale e un crocevia di diverse culture e di diverse persone con differente bagaglio culturale. Sette bagni pubblici sono già operativi dal 2020, gli altri 10 sono stati resi accessibili in momenti differenti del 2021.
Il Tokyo Toilet Project include un certo numero di partner aziendali: Homebuilder Daiwa House si è occupata della configurazione e della costruzione delle toilette e il produttore di bagni Toto, azienda giapponese che opera nel settore delle soluzioni per bagni tra cui i wc supertecnologici, ha fornito le attrezzature e l’assistenza alla progettazione. L’art Director Satō Kashiwa si è occupato della supervisione della segnaletica e dei pittogrammi visualizzati sulle pareti dei bagni. Uno staff in uniformi disegnate dallo stilista Nigo si occupa della manutenzione e della pulizia dei bagni, pubblicando lo stato di manutenzione on line e favorendo uno spirito di ospitalità per l’utilizzatore successivo.
A Tokyo i bagni destinati a turisti e visitatori si sono trasformati in un concentrato di innovazione e tecnologia. Uno di questi è Hi Toilet del gruppo di progettazione Kazoo Sato / Disruption Lab Team
un bagno pubblico contraddistinto dal fatto di essere completamente contactless e a comando vocale. Numerosi utenti evitano il più possibile il contatto con la superficie evitando di toccare con le mani nude maniglie e pulsanti ed è per questo motivo che sono stati installati dei bagni pubblici a comando vocale. I bagni pubblici sono noti per essere antigienici e diffusori di germi e virus quindi, adottando una tecnologia di riconoscimento vocale, l’utente può parlare per dare istruzioni su come aprire la porta o tirare lo sciacquone, rendendolo così il bagno più igienico al mondo.
Bagni Pubblici di Shigeru Ban
Shigeru Ban ha messo la sua cifra inconfondibile in un’ampia varietà di progetti che vanno dalle strutture come il Mount Fuji World Heritage Center alla Prefettura di Shizuoka a semplici progetti in cartone per pareti divisorie di centri di evacuazione.
Un bagno pubblico trasparente potrebbe sembrare un’idea bizzarra per alcuni, ma l’architetto ha avuto ottime ragioni per creare pareti trasparenti.
I suoi progetti per i bagni pubblici, installati nel Mini Parco Yogogi Fukamachi
e nel Parco Comunitario di Haru-Nu-Ogawa
catturano l’attenzione delle persone in Giappone e in tutto il mondo. Durante il giorno le strutture danno un tocco di colore al parco, mentre di notte i loro muri luminosi illuminano i dintorni e invitano gli utenti ad entrare. Shigeru Ban ha progettato le toilettes con muri di vetro per allontanare la percezione secondo la quale i bagni pubblici sono bui, sporchi e pericolosi. Gli utenti possono vedere facilmente se sono puliti, se sono occupati e sentirsi a proprio agio ancora prima di entrare.
Concept
In generale ci sono due tipi di problemi che riguardano i bagni pubblici: il primo è se l’ambiente è pulito, il secondo è che non ci sia nessuno all’interno. Una nuova tecnologia ha consentito di risolvere entrambe le preoccupazioni, infatti i muri sono in vetro trasparente e colorato di rosso, arancione e viola, ma anche di blu e verde in modo che colui che ha bisogno del bagno possa, prima di entrare, controllare l’interno. I muri trasparenti, colorati e illuminati rendono i bagni immediatamente rintracciabili e visibili anche da lontano, ma chiudendo la porta il vetro diventa opaco dando alla persona che lo sta utilizzando tutta la privacy e la sicurezza di un normale bagno pubblico pur consentendo la necessaria illuminazione interna. L’ingresso è caratterizzato da una tecnologia all’avanguardia che rende opaco il vetro esterno quando le porte sono chiuse a chiave.
Oltre a essere una struttura pubblica, il bagno ha come funzione secondaria quella di creare un’atmosfera suggestiva dopo il tramonto. Di notte, la toilette diventa una bellissima lanterna che illumina il parco.
I bagni di Shigeru Ban sono divisi in tre cubicoli, un ingresso è riservato agli uomini, uno alle donne e un terzo alle persone disabili. All’interno dei bagni sono previsti una serie di servizi aggiuntivi segnalati con relativi simboli immediatamente percepibili, predisposti per facilitare la sosta all’interno dei locali. Oltre alle indicazioni che distinguono i servizi per uomini, donne e disabili, ci sono avvisi che indicano la presenza di facilitazioni per persone anziane, priorità di accesso per donne in stato interessante, zona dedicata al cambio e alla pulizia dei bambini più piccoli, priorità di accesso per coloro che sono accompagnati da bambini, bagni per bambini, servizi per persone stomizzate, lettino infermeria, seggiolone, possibilità di sostituzione dell’asse del wc.
L’azienda giapponese Toto, con i suoi molti anni di esperienza nel settore dei prodotti per il bagno, ha assunto un ruolo di consulenza nel progetto e nella preparazione della realizzazione della nuova idea di bagno pubblico attraverso un’approfondita ricerca che ha esplorato ciò che rende un bagno pubblico sicuro e allo stesso tempo confortevole e accogliente. Un’attenzione particolare è stata rivolta alla comodità e all’accesso agevole alle persone disabili e operate. Ciò ha voluto dire prevedere superficie sufficiente per l’accesso e lo spazio di manovra per le sedie a rotelle. Tuttavia i cubicoli non potevano essere troppo grandi altrimenti ciò avrebbe reso difficili i movimenti degli ipovedenti. La ricerca e gli studi hanno incluso le esigenze dei genitori con bambini piccoli e delle persone anziane.
In aggiunta l’azienda ha fornito informazioni su come andasse regolarmente eseguita la pulizia e la manutenzione e ha dato consigli sull’equipaggiamento dei bagni con attrezzature sterili e antibatteriche. Oltre all’obiettivo di realizzare sorprendenti attrezzature The Tokyo Toilet Project fornisce un’esperienza confortevole attraverso la pulizia e la manutenzione, infatti il progetto prevede anche la supervisione di ispettori e professionisti del settore che periodicamente controllano i bagni per assicurare la migliore esperienza di utilizzo.
L’utilizzo dei colori per le pareti trasparenti è, in primo luogo, una scelta che mette in relazione i bagni pubblici con le tonalità caratteristiche di entrambi i parchi, diventando immediatamente parte di essi. Ma è, a mio avviso, un intervento, per certi versi “giocoso”, che, insieme al sapiente utilizzo delle luci, tende a creare un’atmosfera distensiva, accogliente e priva di pericolo. È un invito all’utilizzo dei servizi, i colori comunicano la loro vivacità, alleggeriscono il carico negativo di pregiudizi e rompono gli schemi di questi luoghi, spesso tecnologicamente iperdotati, in cui però non appare una ricerca estetica e formale. In altre parole l’utente può trovare uno stato di tranquillità generato dai colori cromoterapici che (dovrebbero) stimolare anche la sua attenzione, la cura degli spazi temporaneamente utilizzati e il rispetto della persona che gli succede.
I bagni pubblici di Shigeru Ban offrono ai progettisti nuove riflessioni su un luogo ritenuto a lungo scontato e predestinato, modificano e moltiplicano i punti di vista verso i quali spostarsi per raccogliere informazioni e suggestioni da prospettive diverse e inesplorate.
Arch. Aldo De Vivo
Articolo scritto per la rivista “Il Bagno Oggi e Domani”