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1. Storia del Rivestimento / La Ceramica da Rivestimento

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La Storia del Rivestimento è il primo di 6 appuntamenti dedicati alla ceramica. Il progetto editoriale propone degli approfondimenti sull’evoluzione del rivestimento attraverso sei argomenti che, di volta in volta, mettono in evidenza l’aspetto storico, dimensionale, materico, tecnologico, decorativo e formale della ceramica da rivestimento. Per ogni argomento è stata scelta un’azienda che, per peculiarità produttive, aiuta ad approfondire il tema trattato; un’intervista a un progettista, le cui scelte progettuali lo avvicinano all’argomento discusso, chiude ogni singolo fascicolo.

La storia del rivestimento ripercorre i principali momenti, dalla nascita all’evoluzione del rivestimento, attraverso i molteplici usi e trasformazioni della piastrella, le tecniche di decorazione e la diffusione del suo utilizzo.

Breve storia del Rivestimento

Le piastrelle in ceramica, impiegate come rivestimento delle mura esterne e delle pareti interne, vennero create in Oriente e furono in uso presso gli Egizi dal IV millennio a.C., ma dall’VIII secolo ebbero larga diffusione in tutto l’Islam sostituendo la decorazione in stucco e utilizzando per le decorazioni il disegno astratto persiano. Nel corso del tempo le tecniche di decorazione si moltiplicarono e, tra le tante, è interessante ricordare la minaì  e la lajvardina.

Diverso dai sistemi decorativi delle piastrelle in rilievo o dipinte fu quello, diffuso nell’Islam, del mosaico di piastrelle; questa tecnica decorativa prevedeva il taglio di lastre di ceramica smaltata in piastrelle di varie forme, da combinare in disegni geometrici su vaste superfici.

Dalla Spagna araba, in cui si produssero bellissime ceramiche a lustri metallici, e dall’Italia ebbe inizio il rinnovamento della ceramica europea che, durante il Medioevo, aveva prodotto ceramiche d’uso comune realizzate con tecniche non raffinate. In Italia la ceramica tra XV e XVI sec. ebbe centri di produzione di alto valore artistico sia in relazione ai manufatti che alla decorazione dipinta; da qui si diffuse nel XVI sec. in Francia, Paesi Bassi, Inghilterra, assumendo poi, da uno dei luoghi di massima produzione, Faenza, per antonomasia il nome di faïence.

In età barocca una produzione caratteristica si ebbe nei Paesi Bassi, dove si realizzarono piastrelle bianche con dipinti azzurri di ispirazione cinese; di grande importanza nell’arredamento, questo tipo di decorazione fu imitata in Germania e in Inghilterra. La sua influenza fu rilevante nelle piastrelle spagnole (XVIII e XIX sec., con scene di genere e pitture popolari) e messicane.

Dall’uso sempre più esteso delle piastrelle nell’architettura del XIX sec. derivò la nuova importanza del rivestimento a piastrelle con uso qualificante di particolari servizi o ambienti delle abitazioni. In questo secolo cominciò la produzione industriale delle piastrelle con disegni generalmente a stampa o, dal XX sec., monocrome, mentre, dalla seconda metà del secolo, ci fu una fiorente ripresa dell’industria delle piastrelle di ceramica con disegni di varia ispirazione, con inclusioni di materiali diversi, anche su disegno di artisti e designer.

La storia dell’evoluzione e dell’utilizzo in ambito domestico, pubblico o religioso dei prodotti impiegati per la pavimentazione e per il rivestimento parietale coincide col mutamento dei materiali di cui è fatto l’impasto e di quelli dell’eventuale decorazione. Le ceramiche, nel corso del tempo, hanno subito notevoli variazioni sia nella pasta, sia nella composizione della pasta stessa, sia nel metodo di cottura dal quale dipende il colore del biscotto. In riferimento a quanto detto si può formulare un sintetico elenco che raggruppa le tipologie più note: dalla diversità d’impasto, compattezza, colore e cottura si determina una classificazione della ceramica di cui la terracotta, la ceramica verniciata o smaltata detta faïence, il grès, la terraglia e la porcellana.

STORIA DELLA CERAMICA A TAPPE

Create nel Vicino Oriente, come rivestimento delle mura esterne e delle pareti interne, le piastrelle furono in uso presso gli Egizi dal IV millennio a.C.

  • VI sec. a.C., utilizzo degli Assiri e i Babilonesi di piastrelle applicate alle pareti e mattoni smaltati
  • VIII sec., diffusione della decorazione persiana in tutto l’Islam che sostituì la decorazione in stucco
  • XIII sec., fioritura di manifatture di piastrelle nella Spagna islamica
  • Medioevo, inizio del rinnovamento della ceramica da rivestimento in Spagna e in Italia
  • XV sec., nascita di centri di produzione di alto valore artistico in Italia
  • XVI sec., diffusione della faïence in Francia, Paesi Bassi e Inghilterra
  • Età barocca, produzione di piastrelle bianche con dipinti azzurri nei Paesi Bassi
  • XVIII sec., diffusione piastrelle spagnole e messicane decorate con scene di genere
  • XIX sec., avvio della produzione industriale delle piastrelle da rivestimento
  • XX sec., fiorente ripresa dell’industria delle piastrelle di ceramica con disegni di varia ispirazione, con inclusioni di materiali diversi, anche su disegno di artisti e designer

Vietri sul Mare

Le ceramiche hanno reso la cittadina di Vietri sul Mare, in provincia di Salerno, famosa in tutto il mondo, tanto da generare l’interesse dell’UNESCO che nel 1997 la dichiarò Patrimonio dell’Umanità per la ricchezza dei suoi paesaggi e del suo patrimonio artistico e culturale.

Fino alla prima metà del sec. XIX la produzione della riggiola ebbe carattere episodico e fu strettamente connessa a committenze selezionate e opere edilizie precise. La produzione della seconda metà dell’Ottocento si distinse, invece, per uno sviluppo sistematico e progressivo dell’uso del pavimento e del rivestimento maiolicato, anche nelle abitazioni del ceto medio, dovuto a una ricerca costante di perfezionamento legata ai cambiamenti del gusto e alle trasformazioni del processo costruttivo.

A partire dagli anni Venti la ceramica vietrese visse la stagione conosciuta col nome “periodo tedesco”. Durante il corso di questo periodo, grazie alla presenza di vari artisti d’oltralpe, la produzione ceramica incontrò l’arte contemporanea. A Vietri sul Mare, nel periodo tra le due guerre, si fermarono moltissimi artisti mitteleuropei (tra cui Richard Dolker, Irene Kowaliska, ecc.) che cominciarono a lavorare nelle fabbriche di ceramica della cittadina costiera, introducendo innovazioni nello stile, grazie anche alle influenze delle avanguardie del primo Novecento. Si sviluppò un flusso di nuove tensioni creative attraverso l’incontro tra il mondo mediterraneo, impregnato della tradizione del decoro vietrese, e la cultura artistica tedesca del primo dopoguerra, proiettata verso una sintesi delle arti.

Il Museo provinciale della ceramica, che ha sede a Villa Guariglia a Raito – frazione di Vietri sul Mare, raccoglie le testimonianze del periodo tedesco e le più importanti produzioni della ceramica vietrese e napoletana.

La storia della ceramica vietrese è spesso legata all’arrivo di “contaminatori” esterni che si sono fermati e hanno influenzato il gusto e il percorso evolutivo. Vietri sul Mare è terra di incontri, confronti e scambi fondati sull’accoglienza e sulla capacità di riconoscere e appropriarsi del valore di una cultura diversa. Varie sono le ragioni che hanno consentito lo sviluppo di questo “fortunato” carattere, tra cui la posizione strategica della cittadina e la prossimità con Amalfi. Oggi, per quanto il panorama produttivo locale abbia subito delle trasformazioni, molto è rimasto intatto e la tradizione decorativa vietrese viene tramandata da aziende familiari improntate sull’artigianalità dei manufatti che, tuttavia, hanno saputo evolversi nel rispetto della tradizione, garantendo sia il mantenimento delle tecniche originarie, sia la produzione su larga scala, adottando tipologie e finiture innovative, in linea con le richieste di design contemporaneo.

VietriScotto

Tra le aziende che a Vietri sul Mare producono piastrelle artigianali per pavimentazioni e rivestimenti c’è VietriScotto, diretta da Daria Scotto e da suo marito Danilo Mariani e fondata nel 1952 da Mario Scotto e Mario Di Donato. I due cognati sciolsero molto presto la società e aprirono due aziende diverse pur mantenendo sporadiche collaborazioni.

Mario Di Donato era un imprenditore visionario e lungimirante, infatti fu il primo produttore di piastrelle in Italia a coinvolgere stilisti per il disegno dei decori tra cui Pierre Cardin con il quale ebbe una lunga collaborazione.

Mario Scotto, invece, produceva piastrelle di ceramica artigianale e, grazie ai contatti del cognato, ebbe un’importante collaborazione, all’inizio degli anni ’70, con lo studio milanese dell’architetto Renzo Mongiardino che progettò la villa di Franco Zeffirelli a Positano. Mongiardino era uno degli studi italiani di architettura più importanti dell’epoca ed ebbe una stretta collaborazione con Zeffirelli sia come architetto che come scenografo di tutti i film e di tutte le opere del Maestro.

L’architetto Mongiardino, per la villa a Positano, chiese a Mario Scotto di realizzare piastrelle artigianali in 19 formati diversi e decorate con 5 differenti toni di bianco, lavorate irregolarmente sia sui bordi che sulla superficie.

La Villa adesso è un albergo a 5 stelle – Villa tre Ville – e, ancora oggi, il Salone Bianco risplende grazie ai bianchi di Scotto.

La collaborazione con Zeffirelli aprì le porte verso committenze importanti, infatti, a Roma Mario Scotto lavorò per Valentino, Elsa Martinelli, Laura Biagiotti, ecc.

Mario Scotto scompare nel ’79 e, nello stesso anno, Daria prende in mano l’attività insieme alla madre, rinominando l’azienda col nome VietriScotto, scegliendo di produrre solo piastrelle artigianali “per restare piccoli e per preservare la qualità”. All’inizio le piastrelle furono prevalentemente bianche, qualche tozzetto colorato e pochissime decorazioni, ma a poco a poco la produzione recuperò ispirazioni tradizionali, attraverso decori cinquecenteschi e seicenteschi vietresi e napoletani, suggestioni arabe e moresche spesso legate alla storia della costiera amalfitana, riferimenti alle piastrelle e ai pannelli ceramici devozionali, influenze che arrivano dal mare vicino, dai naviganti.

La produzione di Vietri Scotto si articola sostanzialmente in tre ambiti:

1. riproduzioni di piastrelle antiche

 

2. rinnovo della tradizione attraverso proposte di smalti moderni

3. personalizzazione

È possibile approfondire l’argomento leggendo l’intervista all’arch. Enrico Auletta.

Arch. Aldo De Vivo

bluverde ALDO

Articolo scritto per la rivista “Il Bagno Oggi e Domani”

il bagno oggi e domani

 

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